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Tutti noi ricordiamo il 2020 come l’anno inaspettato, che ha condizionato gli anni successivi e che tutt’ora ci condiziona. Il mondo ha affrontato una sfida senza precedenti con la diffusione del COVID-19, mettendo a dura prova l’intera società, eppure nessun settore è stato colpito in modo più diretto e devastante di quello sanitario. In prima linea, tra mascherine e tute di protezione, definiti gli ‘eroi silenziosi’, il personale sanitario ha pagato un costo umano importantissimo, tenendo in considerazione anche gli impatti fisici, emotivi e professionali.

Con questo contesto alle spalle, la proposta che abbiamo portato avanti per lavorare su un sano team building ci imponeva di rendere necessario affrontare tematiche formative con una esperienza giocosa e leggera, che accompagnasse la riflessione alla piacevolezza di poter stare di nuovo insieme. Abbiamo avuto l’opportunità di erogare quattro sessioni di Danceful Team Building per il personale della casa di riposo I. P.A.B. Suor Diodata Bertolo di Sandrigo, lavorando sulla metafora del corpo di ballo per riflettere sulle dinamiche di team in modo giocoso ed attivante. Il flamenco, danza ritmica per eccellenza, ha una forte componente legata alla percussione della terra con i piedi (zapateado), che facilita lo scarico di tensioni non solo muscolari, oltre che richiamare concretezza e presenza.
Il corpo di ballo rappresenta una metafora perfetta del team di lavoro, in cui ogni membro mette responsabilmente a disposizione i propri talenti per creare una performance da applausi.

Per tutte queste ragioni, siamo partiti dall’uso del corpo e dal flamenco per trattare temi quali la collaborazione, la creatività, la fiducia reciproca, l’integrazione dei limiti e l’utilizzo consapevole dei talenti individuali a servizio dell’obiettivo comune.

Insieme abbiamo imparato a:

  1. Valorizzare le differenze ed integrare i limiti: ciascuno è responsabile affinché tutti i membri del gruppo trovino la loro collocazione ideale nella coreografia, sfruttando ed integrando ciò che viene vissuto come un limite.
  2. Comunicare efficacemente: attraverso i gesti, la postura, il sorriso, l’utilizzo del corpo, l’ascolto del verbale e del non verbale.
  3. Collaborare: basta che manchi un singolo membro del corpo di ballo e la resa non sarà la stessa; tutti, dall’ étoile fino all’ultima fila, contribuiscono alla riuscita della performance. Ogni componente incide sul risultato finale grazie alla posizione che occupa, ai passi che sa fare, alle specifiche capacità e al supporto che fornisce agli altri danzatori.
  4. Flessibilità: sapersi adattare alle difficoltà, uscire dalla propria area di confort e sperimentare nuovi comportamenti ci arricchisce personalmente e sostiene il gruppo nel superamento delle sfide quotidiane. Scegliere poi come disporre ogni componente nello spazio e quali compiti affidare a ciascuno per regalare al pubblico una esibizione efficace supporta la riflessione su strategia e condivisione.
  5. Problem solving: dividere una coreografia apparentemente complessa in tanti piccoli passi permette di portare a termine il risultato e di affrontare con resilienza e coraggio ogni sfida; l’impossibile diventa possibile.

Lavorando con il corpo siamo passati da un momento iniziale di resistenza, timore e – perché no – imbarazzo, ad una piacevole liberazione di energie; ci siamo rispecchiati gli uni negli altri, abbiamo sostenuto e calibrato il ritmo per integrare anche chi aveva maggiori difficoltà, fino a creare, passo dopo passo, una vera e propria coreografia, eseguita da tutti con entusiasmo ed impegno verso il risultato.

Ringraziamo chi ha reso possibile questa formazione e chi vi ha preso parte, generando una energia coinvolgente e contagiosa. È stato per noi un privilegio vivere questa esperienza insieme ai partecipanti ed assistere alla trasformazione dei singoli e del gruppo nel suo insieme.

 

A nessuno importa se non sai ballare bene. Alzati e danza! I grandi ballerini sono tali grazie alla loro passione”. (Martha Graham)   

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